lunedì, febbraio 27, 2006

 

Parcheggi ai residenti

Dibattito sulla mozione presentata dalla minoranza che chiede di sospendere immediatamente l'esecutività della delibera di giunta e di portare in consiglio comunale il dibattito sul Programma Urbano dei Parcheggi.

Dure critiche dai banchi dell'opposizione.
Noi abbiamo ribadito ritardi, omissioni ed errori che rimandano
- alla mancanza di progettazione,
- alla mancanza di interventi urbanistici che promuovessero una diversa allocazione di funzioni di interesse compartimentale,
- ai problemi derivanti da un trasporto pubblico inadeguato agli obiettivi che l'amministrazione dichiara di voler perseguire,
- alla miopia nella realizzazione di parcheggi di cintura capaci di drenare il traffico,
- alla incapacità di dare risposte ai bisogni quotidiani dei cittadini residenti e dei lavoratori,

- al ricorso ad uno strumento come la tariffazione della sosta senza garantire tutti i residenti (ad oggi più di 100 persone entreranno nella lista d'attesa e a queste si devono aggiungere un numero imprecisato di seconde auto, che non sono un segno di lusso, maspesso una necessità) ; a tutti gli esclusi, in ogni caso, saranno posti gravissimi problemi che toccheranno la vita delle persone con effetti imprevedibili.

Crepe appaiono anche nella maggioranza, ma solo nel dibattito.

 

alloggi per persone con difficoltà abitative

La giunta ha deciso di affrontare il tema della difficoltà di alcune persone a trovare casa “proponendo” una soluzione abitativa temporale nell’immobile sito in via conciliazione 33 Tavernola, con una capienza di 45 posti distribuiti in 11 camere di cui 5 con bagno interno.

Certamente nella scelta c’è l’intenzione di offrire una via d’uscita alla situazione di alcuni stranieri ospiti di strutture pubbliche di accoglienza per immigrati, segnatamente a Sagnino e Tavernola

Guardando con attenzione le rette giornaliere, proposte si rimane trasecolati:
- € 12,00 ( = €360 al mese) per un posto in camera a 4 letti con servizi interni per uomini/donne ( con un’entrata di €1440 al mese per una camera con 4 persone)
- € 10,00 (=€ 300 al mese) per un posto in camera a 4 letti con servizi esterni per uomini
- € 12,00 ( = € 360 al mese) per un posto in camera con servizi interni per nuclei familiari:
- riduzione del 50% pari a € 6,00 (= € 180 al mese) per la moglie disoccupata
- riduzione del 75% pari a € 3,00 (= € 90 al mese) per figli minori
- riduzione del 34% pare a € 8,00 ( = € 240 al mese) per la moglie con lavoro part time
- riduzione del 17% pari a € 10,00( = € 300 al mese) per la moglie con lavoro full time

Senza approfondire quale sia la disponibilità economica di una persona in difficoltà abitativa o di un lavoratore straniero e magari, suo malgrado, precario, il dato certo è che l’amministrazione ritiene ragionevole incassare, da una camera a 4 letti, 1440 € al mese (se i servizi sono interni) ovvero 1200 € al mese (se i servizi sono esterni).
Un’enormità.

Non si giudicherebbe disonesto un privato che affittasse a prezzi simili una camera?

Ritorniamo, per meglio capire, sui costi mensili totali.
Prendiamo in considerazione un potenziale destinatario di tale residenza, ovvero due famiglie (reali) che oggi sono ospiti del centro di
- 3 persone: mamma, papà, bambino: 360+180+90= 630 € al mese in una camera5 persone;
- genitori + 3 minori = 360 + 180 + 270 = 810 € al mese in una camera


Tutto ciò senza la possibilità di cucinare né di avere una qualsiasi riservatezza o vita privata.
Ma perché costoro non attingono direttamente al “libero mercato” degli affitti, che costerebbe meno ?
Sappiamo anche gli operatori che lavorano presso i due centri sono continuamente alla ricerca di alloggi per queste persone. Ma nessuno li vuole, e con l’aria che tira potrebbe diventare ancora più difficile ( e non si tratta di “clandestini” !).

lunedì, febbraio 20, 2006

 
“La Provincia” di ieri, domenica 19 febbraio 2006 ci dice che padre Daniel Stetco, della Chiesa Ortodossa rumena è stato denunciato penalmente perché avrebbe falsificato e incassato un assegno bancario correggendo un 3 in 8 sia in cifre che in lettere. Gli organi competenti chiariranno i fatti denunciati.
Ma c' è un problema politico.
I locali nei quali è situata la citata Chiesa Ortodossa Rumena, in via Tomaso Grossi, sono, infatti, di proprietà comunale e ceduti per l'attività di culto “in comodato gratuito”, tre anni fa da questa stessa Giunta.

Più volte abbiamo chiesto garanzie per l'esercizio della libertà di culto di ogni confessione religiosa, che la nostra Costituzione assicura.

Come è possibile che uno stesso Sindaco conceda i locali comunali in comodato gratuito agli appartenenti ad una Religione e non permetta ad un’altra religione, nella fattispecie quella islamica, di disporre, a proprie spese, di un luogo per il culto ?

Como deve diventare luogo per una vera e propria guerra di Religioni ?

Il Sindaco è in ostaggio di una minoranza, interna ai gruppi che lo sostengono, estremista: queste posizioni estremiste e, nei fatti, razziste hanno condotto a scelte incoerenti e contraddittorie come quella evidenziata.

lunedì, febbraio 13, 2006

 

storia di una nobile e storica IPAB comasca, la scuola Castellini

Con la fine del 2003 la Scuola di arti e mestieri Castellini, già Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficienza (IPAB) grazie ad una Legge Regionale diventa un ente di diritti privato, una Fondazione. Gli enti fondatori sono Amministrazione Provincale di Como e Comune di Como, che nominano i 5 componenti del Consiglio di Amministrazione (ad oggi non vi sono altri membri al di fuori dei fondatori).

Il Bilancio 2002 segnava un risultato economico positivo di 268.921€.
Nel 2003 il risultato economico diventa negativo di 167.988 €.
Nel 2004 il risultato economico raggiunge il valore negativo di 616.642 €, con azzermento del patrimonio.
(Per quanto riguarda i dati più recenti si prevedono altri 200.000-300.000 € di perdita e un arrivo al pareggio nell'anno scolastico 2006/2007).

Amministrazione comunale e Provinciale chiedono ora di intervenire: ci sono insegnanti e altro personale da pagare, il capitale da ricostituire, debiti da onorare. La richiesta è di 150.000 € dal comune e 300.000 € dall'amministrazione provinciale (per ora), con i soldi dei cittadini comaschi.

La breve relazione del Sindaco si spende sulla necessità di dare risposte immediate e un futuro ad un'Istituzione che è nella storia della città; non affronta, invece, un'analisi accurata delle responsabilità amministrative e sfugge il nodo politico. Il Sindaco dichiara che il direttore avrebbe percepito negli anni 2003/04 un appannaggio di 330.000 € (ma non ci dice che il contratto fosse di 45.000 €/anno, e a tale cifra si arrivi grazie a compensi per consulenze). Si lascia sfuggire che nella gestione il ricorso a prestazioni esterne è debordata per una "mancata o errata previsione".
Il revisore dei conti, nella sua relazione, parla invece espressamente di
- sopravvenienze passive determinate dal "costo del personale esterno e sottoutilizzo del personale interno utilizzato per un 50-60% al massimo" (le consulenze esterne, volute dal direttore, riguardavano comunque attività di tutoraggio, formazione ecc., ma anche, in misura molto minore, per gestione e qualità)
- "vizi nella rendicontazione delle attività"
- "errata previsione di fatture da emettere".

Avevo chiesto conto, qualche mese addietro, e senza ottenere risposta, di una situazione della quale si "vociferava". Ora i dati sono chiari.

Giudichiamo incredibile che nessuno si sia sentito in dovere di dimettersi e chiedere scusa alla città.
Ma non è la prima volta (ricordate le ricapitalizzazioni della Villa Erba s.p.a.) che i disastri gestionali degli amministratori di nomina pubblica di società e fondazioni vengono aggiustati con i soldi dei cittadini. E non sarà l'ultima.

Sindaco e Presidente dell'Amministrazione Provinciale hanno nominato personalmente gli amministratori, con una scelta fiduciale: costoro non potevano non essere a conoscenza dell'evolversi di una situazione marciscente da ormai tre anni (il Sindaco ammette una nota inviagli un anno addietro dalla quale sarebbe partita la tardiva indagine).

Loro è la responsabilità politica, anche se oggi si sbandiera la "pulizia totale".

lunedì, febbraio 06, 2006

 

Ticosa e piano del commercio: un conflitto che non si sana

La delibera che sta alla base della gara di affidamento all'iniziativa di privati la realizzazione di un intervento di riqualificazione della Ticosa (i cui contenuti sono nella mente degli investitori) è in palese contrasto con il piano commerciale approvato dal Consiglio Comunale nell'estate scorsa (esso, infatti, impone un vincolo molto stretto alla realizzazione di strutture di media distribuzione alimentare).

Ora si chiede al Consiglio comunale, con gara aperta e in scadenza il 10 marzo, di modificare, visto l'esito della gara stessa, il piano commerciale per renderlo compatibile alle condizioni rese possibile dalla delibera Ticosa.

Nella sostanza si prevede, fin d'ora, la necessità di una modifica (a posteriori) del piano commerciale: ma perché allora non farla subito ?

Invece, per porre riparo a questa situazione si viene a chiedere ai consiglieri comunali :
" di impegnarsi, per le motivazioni di cui in premessa, a ridefinire, entro 180 giorni dalla approvazione della presente deliberazione, i criteri di cui all’allegato normativo dello strumento di programmazione commerciale, approvato con propria deliberazione n. 33 del 18 luglio 2005."

Si chiede loro l'impegno ad una futura deliberazione, che non dipende solo da loro e che si deve immaginare destinata a modificare (adattandolo) lo strumento del piano commerciale alle condizioni presenti al momento dell'indizione della gara Ticosa: nel frattempo il vincitore della gara sarebbe stato proclamato tale per un progetto in contrasto con uno strumento di programmazione comunale.

Un vero pasticcio che ha origine in contraddizioni interne alla maggioranza.

Il punto più basso toccato da questa amministrazione comunale.

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