lunedì, febbraio 13, 2006

 

storia di una nobile e storica IPAB comasca, la scuola Castellini

Con la fine del 2003 la Scuola di arti e mestieri Castellini, già Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficienza (IPAB) grazie ad una Legge Regionale diventa un ente di diritti privato, una Fondazione. Gli enti fondatori sono Amministrazione Provincale di Como e Comune di Como, che nominano i 5 componenti del Consiglio di Amministrazione (ad oggi non vi sono altri membri al di fuori dei fondatori).

Il Bilancio 2002 segnava un risultato economico positivo di 268.921€.
Nel 2003 il risultato economico diventa negativo di 167.988 €.
Nel 2004 il risultato economico raggiunge il valore negativo di 616.642 €, con azzermento del patrimonio.
(Per quanto riguarda i dati più recenti si prevedono altri 200.000-300.000 € di perdita e un arrivo al pareggio nell'anno scolastico 2006/2007).

Amministrazione comunale e Provinciale chiedono ora di intervenire: ci sono insegnanti e altro personale da pagare, il capitale da ricostituire, debiti da onorare. La richiesta è di 150.000 € dal comune e 300.000 € dall'amministrazione provinciale (per ora), con i soldi dei cittadini comaschi.

La breve relazione del Sindaco si spende sulla necessità di dare risposte immediate e un futuro ad un'Istituzione che è nella storia della città; non affronta, invece, un'analisi accurata delle responsabilità amministrative e sfugge il nodo politico. Il Sindaco dichiara che il direttore avrebbe percepito negli anni 2003/04 un appannaggio di 330.000 € (ma non ci dice che il contratto fosse di 45.000 €/anno, e a tale cifra si arrivi grazie a compensi per consulenze). Si lascia sfuggire che nella gestione il ricorso a prestazioni esterne è debordata per una "mancata o errata previsione".
Il revisore dei conti, nella sua relazione, parla invece espressamente di
- sopravvenienze passive determinate dal "costo del personale esterno e sottoutilizzo del personale interno utilizzato per un 50-60% al massimo" (le consulenze esterne, volute dal direttore, riguardavano comunque attività di tutoraggio, formazione ecc., ma anche, in misura molto minore, per gestione e qualità)
- "vizi nella rendicontazione delle attività"
- "errata previsione di fatture da emettere".

Avevo chiesto conto, qualche mese addietro, e senza ottenere risposta, di una situazione della quale si "vociferava". Ora i dati sono chiari.

Giudichiamo incredibile che nessuno si sia sentito in dovere di dimettersi e chiedere scusa alla città.
Ma non è la prima volta (ricordate le ricapitalizzazioni della Villa Erba s.p.a.) che i disastri gestionali degli amministratori di nomina pubblica di società e fondazioni vengono aggiustati con i soldi dei cittadini. E non sarà l'ultima.

Sindaco e Presidente dell'Amministrazione Provinciale hanno nominato personalmente gli amministratori, con una scelta fiduciale: costoro non potevano non essere a conoscenza dell'evolversi di una situazione marciscente da ormai tre anni (il Sindaco ammette una nota inviagli un anno addietro dalla quale sarebbe partita la tardiva indagine).

Loro è la responsabilità politica, anche se oggi si sbandiera la "pulizia totale".



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