giovedì, luglio 20, 2006

 

ex-FISAC

Alla fine il problema sembrava essersi ridotto ad una risposta alla richiesta di demolizione della palazzina Liberty che "copre la visuale" dell'ingresso del complesso costruito.
La società che sta realizzando l'intervento si dichiara disposta a ricostruirla (spostata) a proprie spese.
Quella palazzina, che è parte della storia produttiva della città, è, malgrado il degrado attuale, un piccolo documento architettonico. L'unica scelta che potevamo condividere era di potere riavere quella palazzina, rimessa a nuovo. Ma nella "convenzione" si dice altro.
Abbiamo provato, almeno, ad alzare il prezzo, chiedendo 1 milione di euro per le casse comunali. Niente da fare: la maggioranza respinge anche questa ipotesi.
Così, alla fine, non abbiamo potuto che esprimere tutta la nostra contrarietà a questa vicenda, che, lo ricordiamo, iniziò nel 1998 con l'autorizzazione di un intervento che prevedeva, al piano terra della struttura, precisamente:
- "la superficie di compessivi mq 6000 dovrà essere ripartita in due unità di intervento, necessariamente distinte e separate, sotto il profilo edilizio e strutturale ... di cui mq 3000 da destinare, in via principale ed esclusiva, a funzioni direzionali escluse quelle commerciali, l'altra di complessivi mq 3000 suddivisa necessariamente in due unità immobiliari non superiori a mq 1500 ciascuna, ugualmente distinte e separate sotto il profilo edilizio e strutturale da destinare a funzioni commerciali".
Ma che dire se, alla fine le due aree commerciali distinte e separate sotto il profilo edilizio e strutturale sono diventate (da subito) un unico spazio (provvisoriamente separate da un tavolato) ?
Se la palazzina liberty sarà demolita, e al suo posto ne sarà realizzata una di pari volume che non darà alcun fastidio al futuro centro commerciale, se la querelle del multisala troverà la soluzione attesa, di che ci vogliamo lamentare?







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