martedì, maggio 23, 2006

 

Respinta la mozione della minoranza

e approvata quella di maggioranza riguardante il Nucleo Investigativo (o di Sicurezza) della Polizia Locale.
La minoranza subisce la legge dei numeri, ma gli argomenti della maggioranza rivelano la logica che sottostà alle scelte fatte: soprattutto la voluta mistificazione del concetto di sicurezza da cui discende la demonizzazione strumentale di un fenomeno certamente da eliminare (quello delle tag) per farlo diventare occasione per costrure nell'immaginario di molti dei nuovi nemici e far crescere la domanda di uomini armati.

Resta l'episodio, unico, gravissimo, irreversibile di un colpo di pistola sparato (accidentalmente ma non per questo meno assurdamente) dalla pistola di un agente della Polizia locale di Como.

Resta il dato di che il Consiglio Comunale non fu mai interpellato per la definizione degli indirizzi cui orientare l'organizzazione di un servizio delicato come questo.
Resta il fatto che la delibera di giunta che istituiva il Nucleo dichiarava espressamente che esso "AGIRA’ RICEVENDO LE DIRETTIVE POLITICHE DEL SINDACO E DELL’ASSESSORE".
Resta il fatto che questa città ha affidato funzioni di Polizia ad aagenti in abiti civili e armati. Resta il fatto che migliaia di cittadini e, tra questi, moltissimi giovani, non sanno darsi ragione dell'accaduto, immaginando che chiunque avrebbe potuto trovarsi al posto di Rumesh.
Resta il fatto che alcuni vogliono voltare pagina, in fretta.

Resta il fatto che molti con noi, oggi più di ieri, sono convinti che un'altra città, un'altra cultura, un'altro stile di relazione tra i cittadini e con i cittadini sono possibili.



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